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Credito di filiera: un’opportunità per le aziende

Dopo la Seconda guerra mondiale il nostro Paese è diventato un sistema economico caratterizzato da diversità strutturali e territoriali, e dalla presenza di molteplici specializzazioni localizzate.

Alfred Marshall, economista inglese, ha notato come la co-presenza di imprese operanti nello stesso settore e nella stessa area creasse un’atmosfera industriale in grado di sostenere e favorire il rafforzamento dell’industria locale.

Il distretto industriale, infatti, è una realtà economica costituita da un insieme di imprese, facenti generalmente parte di uno stesso settore produttivo, localizzato in un’area circoscritta, tra le quali vi è collaborazione e concorrenza (co-petizione)

Ciò è reso possibile dai flussi di economie esterne che si generano localmente fra le imprese e che derivano dall’insieme di conoscenze, valori, comportamenti tipici e istituzioni attraverso i quali la società locale agisce sull’organizzazione della produzione.

Del tutto opposte sono le realtà economiche di paesi come Germania, Usa e Uk in cui la grande impresa diventa l’elemento dominante del sistema economico, caratterizzate da un numero limitato di aziende.

In Italia, i distretti hanno iniziato a svolgere un ruolo importante nella storia e nella vita economica del Paese a partire dagli anni Settanta. In quegli anni, infatti, cominciarono a prendere forma nuove esperienze di organizzazione produttiva che valorizzavano il ruolo delle PMI.

I distretti italiani si caratterizzano per la loro specializzazione produttiva nei settori tradizionali (come, ad esempio, il tessile-abbigliamento, le pelli calzature, ecc.) e nella meccanica leggera, destinate principalmente ai mercati stranieri; sono quindi strettamente legati al cosiddetto Made in Italy e hanno rappresentato negli anni un tratto distintivo del tessuto produttivo italiano (fonte).

Aspetti vantaggiosi

Questo fenomeno ha portato alla creazione di distretti industriali specializzati in settori particolari e, molto spesso, in alcune nicchie di settori industriali.

In questi distretti si creano delle vere e proprie filiere industriali molto spesso composte da poche aziende di medio/grandi dimensioni ed un numero molto rilevante di micro e piccole aziende con eccellenze peculiari e caratterizzate da un perfetto mix tra artigianalità, imprenditorialità e competenze tecniche.

Uno dei vantaggi di questo tipo di struttura economico-sociale-industriale è la fortissima specializzazione unita ad una flessibilità che le grandi aziende non possono avere.

Aspetti svantaggiosi

Il rovescio della medaglia è rappresentato invece, principalmente da:

  • Forte o fortissima dipendenza delle aziende più piccole dalle aziende di maggiore dimensione presenti nella filiera: molto spesso le aziende più piccole lavorano principalmente o quasi esclusivamente per i grandi operatori del distretto. Atteggiamenti tirannici dei big player possono essere molto pericolosi per gli operatori più piccoli;
  • Sotto patrimonializzazione o sottodimensionamento delle aziende più piccole che si rivelano fragili in alcune attività critiche quali, a titolo di esempio, l’accesso al credito, la definizione degli accordi commerciali con clienti e/o fornitori di dimensioni molto maggiori, capacità di attirare e trattenere “talenti” a causa delle poche o scarse opportunità di crescita professionale.

In molti distretti industriali, le aziende di maggiore dimensione (purtroppo non tutte) hanno raggiunto la consapevolezza dello stretto legame esistente con i propri business partners di dimensioni più piccole, senza i quali loro stesse accuserebbero gravi contraccolpi e stanno attuando politiche di maggiore collaborazione interaziendale per ridurre tali rischi.

Uno dei temi principali che affligge le micro e piccole aziende è, spesso, la difficoltà di accesso al credito, proprio a causa della loro dimensione ridotta ed in molti casi dell’esigua patrimonializzazione tipica delle PMI italiane, a cui in questi casi va aggiunta anche la peculiarità di essere quasi sempre fortemente dipendenti da uno o pochissimi clienti le cui cattive performances creerebbero indubbiamente problemi alla stessa PMI.

Benefici e prospettive del credito di filiera

La consapevolezza di queste strette interconnessioni tra aziende della stessa filiera e la visione illuminata di alcune di queste grandi aziende, che molto spesso ricoprono il ruolo di perno centrale del proprio distretto, ha portato alla nascita di modelli virtuosi che hanno successivamente generato prodotti specifici che rientrano sotto la macro categoria di “credito di filiera”, ossia un insieme di strumenti che presentano la caratteristica di agevolare e valorizzare gli strettissimi legami tra le aziende della catena di quella specifica filiera: legami che necessariamente non sono solo produttivi, logistici e di competenze ma anche finanziari.

Ciò in conseguenza della maturata consapevolezza che tutta la catena si basa sulla resistenza di ogni singolo anello che la compone. Se anche solo uno degli anelli si spezza, tutta la catena cade con conseguenze che si ripercuoterebbero su tutte le maglie della stessa, mandandola in frantumi.

La volontà di predisporre le proprie iniziative in termini di coordinamento produttivo, logistico e finanziario può partire dai leader della filiera ma molto spesso il processo parte dalle aziende che, seppur di minori dimensioni, ricoprono un ruolo strategico per tutto l’ecosistema di cui fanno parte ed una loro potenziale difficoltà potrebbe rappresentare un serio rischio per tutta la filiera.

Se la tua azienda opera in un contesto simile a quello appena descritto, con forti interdipendenze tra i vari partners della filiera, indipendentemente che la tua azienda sia quella di maggiori dimensioni o la più piccola del distretto, ClipGroup può aiutarti ad approfondire quali prodotti offre oggi il mercato e quali a cui potenzialmente ricorrere.

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